UNION CLODIENSE CHIOGGIA-DOLOMITI BELLUNESI 0-0
UNION CLODIENSE CHIOGGIA: Pizzinato, Celio, Mantovan, Cester, Gianni, Nordio, Ferrara, Perini, Semenzato, Pagan, Giraldo (a disposizione: Venturini, Ranzato, Tiozzo, Vianello, Varisco, Sorrentino, Lisnic, Spagno). Allenatore: E. Rizzi.
DOLOMITI BELLUNESI: De Paoli, Zannini, Fagherazzi, Tronchin, Gabrielli, Schillkowski, Barp, Bernardi (st 16’ Cappellin), Sommacal (st 42’ Daminato), Kajtazi (st 29’ Zampieri), Zanolla (a disposizione: Battiston, Giozet, Armellini, Schiavo, Mizane, De Martin). Allenatore: E. Perenzin.
ARBITRO: Riccardo Pinna di Vicenza (assistenti: Vincenzo D’Angelo e Matteo Costa di Chioggia).
Nessun gol, un punto e una miriade di indicazioni positive. Gli Juniores della SSD Dolomiti Bellunesi tornano dalla trasferta di Chioggia con diverse certezze in più. E anche se il successo manca da sei partite (ovvero, dal 5-2 rifilato a domicilio alla Luparense, lo scorso 7 ottobre), il gruppo di Eddy Perenzin dimostra di essere sulla strada giusta. Anche perché muovere la classifica era fondamentale, dopo due stop in sequenza.
Al cospetto di una Clodiense pressoché infallibile tra le mura amiche (quattro vittorie su cinque nei confronti interni), i dolomitici si calano al meglio nel clima agonistico, ma corretto, del match. E dimostrano di saper tirare di sciabola, oltre che di fioretto.
De Paoli, schierato a difesa dei pali, deve compiere un solo e singolo intervento nell’arco dei 90’, bloccando un tiro centrale, mentre i “blancos” hanno avuto una serie di potenziali occasioni. E un’opportunità clamorosa: a 5’ dalla fine, Zannini calcia da fuori e il portiere di casa, Pizzinato, riesce a respingere. Sul pallone, però, si avventa Sommacal, che al momento di concludere davanti alla porta viene sbilanciato da un difensore alle sue spalle: in maniera regolare, secondo il direttore di gara. «Al di là dell’episodio – analizza mister Perenzin – è stata una gara di sostanza, nella quale non abbiamo rischiato pressoché nulla. Ho visto l’atteggiamento corretto: ai punti, forse, avremmo meritato qualcosina in più».
Foto di Giuseppe De Zanet