«Questo è un progetto importantissimo e il fatto di essere il primo allenatore è per me motivo di grande orgoglio.
La base di partenza, per qualsiasi tecnico, è rappresentata dalle idee di gioco e di calcio. Poi però è fondamentale la flessibilità, saper accogliere i cambiamenti per trasformarli in opportunità.
Una parola che considero centrale? È “divertimento”: attenzione, non significa raggiungere il campo con superficialità, per ridere o scherzare. Al contrario: è un concetto che aiuta ad alzare l’asticella della fatica e a condividere al meglio un percorso comune. Lavorare col sorriso è la chiave per ottenere buoni risultati.
E un’altra chiave è legata allo staff: ho voluto accanto a me delle persone con cui condivido la stessa linea di pensiero e gli stessi valori. Non potevo desiderare un gruppo di lavoro migliore di questo.
In definitiva, considero la fusione come un processo assolutamente positivo, che guarda al futuro ed è una spinta per tutti. Più persone ambiziose e competenti si uniscono, maggiori sono i benefici per l’intero movimento calcistico in provincia».