Il filo con il successo si è spezzato un mese fa: dopo l’1-0 di inizio marzo sul San Martino Speme, la SSD Dolomiti Bellunesi ha raccolto due punti nelle ultime quattro giornate. E ora, quel filo, i ragazzi di Renato Lauria vogliono ritrovarlo e riannodarlo per uscire dal labirinto e mettersi nuovamente in marcia verso le zone nobili della graduatoria.
QUALITÀ – Magari già a partire da domani (domenica 10, ore 15), quando i “blancos” affronteranno in trasferta l’Adriese: ovvero, una formazione che naviga in piena zona playoff e che, non a caso, è la quarta forza del campionato. Il gruppo di mister Roberto Vecchiato ha qualità in ogni zona del campo: è solido (nel match d’andata, al polisportivo, si era presentato con la miglior difesa del torneo: ora è la quarta), concreto e, specialmente tra le mura amiche, non concede sconti. L’ultimo rovescio interno risale alla prima giornata di ritorno con l’Union Clodiense Chioggia. Anche le individualità sono di spessore per la categoria: basti pensare a bomber Bryan Gioè (12 centri) o a Marco Farinazzo (l’ex Belluno è a quota 7).
«DIPENDE DA NOI»– Insomma, per strappare un risultato positivo servirà una prova di alto profilo: «E servirà soprattutto una partita di coraggio e personalità – afferma mister Renato Lauria -. L’Adriese è una squadra costruita per stare ai vertici. Tuttavia, al di là dell’avversario e dei suoi indiscutibili pregi, molto dipenderà da noi. Dalla nostra voglia, dal nostro atteggiamento, dalla nostra forza».
DA PROTAGONISTA – In terra rodigina mancherà lo squalificato Alberto Tibolla, che il tecnico ha pubblicamente elogiato domenica scorsa per essere sceso in campo nonostante le precarie condizioni fisiche. Obiettivo numero uno? Muovere la classifica, certo. Ma anche, e soprattutto, ritrovare fiducia e stabilità, così da lasciarsi alle spalle i due tempi nebulosi contro Ambrosiana (risalita da 0-3 a 3-3 nella ripresa) e Montebelluna (tre reti nel primo tempo di domenica scorsa). Il campionato è ancora lungo e la SSD Dolomiti Bellunesi lo vuole vivere da protagonista, fino in fondo.
Foto di Giuseppe De Zanet