ESTE-DOLOMITI BELLUNESI 0-0
ESTE: Furlan, Stellin, Ceretta, Boudraa, Grazian, Tchouameni, Cabras, Tagliaferro, Zaghetto, Kola, Barban (a disposizione: Ballin, Casavecchia, Prifti, Marinelli, Celotto, Gobbo, Antico, Deliallis, Sheverak). Allenatore: M. Girotto.
DOLOMITI BELLUNESI: Cettolin, Fabris, Zannini, Tronchin (st 16’ Cappellin), Gabrielli, Schillkowski, Zanolla, Barp, Sommacal (st 43’ Zampieri), Mizane, De Martin (st 29’ Kajtazi) (a disposizione: Giozet, Armellini, Schiavo, Scopel). Allenatore: E. Perenzin.
ARBITRO: Alessandro Scalabrin di Padova (assistenti: Davide Puggina e Sebastiano Fortin di Este).
Dalla prima squadra in serie D agli Juniores nazionali: è un sabato in fotocopia sui due campi che interessavano le formazioni della SSD Dolomiti Bellunesi. Anche gli Under 19, come i “fratelli maggiori”, ottengono un pareggio. E a reti inviolate. L’unica differenza è legata al fatto che il gruppo di Eddy Perenzin ha conquistato il punto in trasferta, all’interno di una gara scandita dall’equilibrio e caratterizzata dalle condizioni non semplici del manto erboso: poche le occasioni, innumerevoli invece i duelli e i contrasti a metà campo.
«L’Este ha avuto una leggera supremazia nel primo tempo – è il commento di mister Perenzin – anche perché siamo stati un po’ troppo “molli” nell’approccio. Le cose, però, sono migliorate nella ripresa: dopo l’intervallo, abbiamo creato i presupposti per portarci in vantaggio, ma non siamo riusciti a concretizzare».
In ogni caso, i dolomitici muovono la classifica per la terza gara di fila: «Stiamo trovando una maggior continuità in termini di risultati – prosegue Perenzin – e abbiamo più fiducia. Ne sono convinto e lo ripeto: questo gruppo è in grado di giocarsela con tutti. Poi, lo sappiamo, nel calcio sono gli episodi a determinare: in un senso o nell’altro. E noi, questi episodi, dobbiamo portarli dalla nostra parte». Il processo di crescita prosegue senza soste: «La squadra è maturata, ha capito il tipo di campionato e, in ogni partita, cerca di ottenere il risultato».
Foto di Giuseppe De Zanet