Un inedito posticipo arricchisce il martedì della SSD Dolomiti Bellunesi: domani, infatti, si riaprono le porte del polisportivo per la terzultima giornata del campionato di serie D (palla al centro alle ore 15). Ai piedi del Serva approderà il Cjarlins Muzane, attualmente undicesimo e a -2 dai dolomitici. I quali si presentano all’appuntamento con l’animo rinfrancato dal colpo esterno a Caldiero: «È chiaro che una vittoria aumenta il livello di consapevolezza e di convinzione – spiega mister Alessandro Ferro – e aiuta a credere maggiormente al lavoro che stiamo portando avanti. I tre punti servivano alla squadra e, in generale, all’ambiente».
CORAGGIO – Corbanese e compagni hanno raccolto quanto seminato negli ultimi tempi: «Sì, la prestazione c’era stata anche prima, ma sappiamo benissimo che il calcio vive di risultati. E, in questo senso, un successo può dare ulteriore coraggio». Al termine del campionato mancano 270 minuti: «Il cammino è corto, ma ci siamo preparati. E siamo pronti al rush finale». A cominciare dalla tappa col Cjarlins Muzane: «Sono reduci da una sconfitta e questo susciterà nei nostri avversari un senso di rivalsa. Affronteremo una compagine intensa dal punto di vista agonistico, con una rosa strutturata e atleti importanti, in grado di risolvere un match con una singola giocata. E non mi riferisco solo a Daniele Rocco, che tutti conosciamo».
ARMONIA – Mister Alessandro Ferro è fiducioso: «Vedo la giusta attenzione, lavoro con un gruppo armonioso e che si allena in maniera corretta. I ragazzi, fin da subito, mi hanno offerto la loro disponibilità. Ora vogliamo dare continuità al risultato positivo ottenuto la settimana scorsa, consapevoli del fatto che in questa fase i punti pesano moltissimo. Ma è inutile guardare troppo oltre: concentriamoci su ogni singolo impegno: dimostriamo di essere una squadra che tiene a fare bene e a dare il meglio».
Tornando al posticipo, la direzione arbitrale sarà affidata a Gabriele Cortale di Locri, affiancato da Francesco Macchi di Gallarate e Alex Arizzi di Bergamo.
Foto di Giuseppe De Zanet