«Piccoli atleti, grandi numeri. E siamo solo all’inizio. Oggi pomeriggio, allo stadio polisportivo di Belluno, si sono ritrovati circa 130 ragazzini dell’attività di base. Tutti protagonisti dell’evento “Dolomiti Bellunesi in festa”. Ovvero, di un torneo amichevole che ha coinvolto Pulcini, Primi calci e Piccoli amici. «Stiamo portando avanti un lavoro importante – afferma il dirigente con delega al settore giovanile, Matteo Roncalli -. Il vivaio è il nostro futuro: servirà da bacino per la prima squadra. E qualcuno potrebbe ambire al professionismo».
Al polisportivo è stata una festa per tutti. Anche per Fabrizio Melanco, responsabile dell’attività di base a Feltre: «La base di partenza? Condividere l’educazione e il rispetto, trasformare in gioco e in divertimento quello che un tempo era rivalità. Ognuno di noi, dai tecnici ai dirigenti, deve essere prima di tutto un educatore. Solo così potremo diventare protagonisti di una fase crescita». Fondamentali sono poi le relazioni: «La conoscenza aiuta ad amalgamarci. Attraverso lo scambio reciproco, rompere i tabù e abbattere muri e campanili sarà più facile di quanto si creda. Il senso di appartenenza si crea solo se trasmettiamo ai ragazzi positività e unitarietà». Melanco ha una visione a 360 gradi: «Sì, la crescita dei giovani è importante. Ma lo è pure quella delle società parallele, con le quali vogliamo intrecciare delle collaborazioni, ponendoci in maniera umile, educata e professionale».
Anche a Belluno, sotto la regia di Alessandro Prest, sta fiorendo l’attività dei baby: «Siamo divisi solo per questioni logistiche, perché obbligare i piccoli a continui spostamenti non avrebbe senso. Ma la realtà è che ragioniamo già come un blocco unico». Il torneo del polisportivo è soltanto un antipasto: «Durante la stagione promuoveremo una serie di allenamenti congiunti con un duplice scopo. Conoscerci e iniziare ad amalgamare le squadre che, dal prossimo anno, diventeranno agonistiche. E, di conseguenza, si alleneranno insieme: nella stessa sede». Prest è più che fiducioso rispetto al domani del pallone dolomitico: «Siamo una provincia in cui ognuno è abituato a coltivare il proprio orticello. E dare vita a un progetto così ambizioso è qualcosa di coinvolgente: specialmente in ambito di settore giovanile».
Sulla stessa linea di pensiero, Andrea Da Poian, responsabile dell’attività di base a Sedico: «La fusione contribuirà alla crescita del movimento e delle persone. Anche se siamo consapevoli che ci vorrà del tempo. E soprattutto del lavoro. Tanto lavoro. In ogni caso, se opereremo bene avremo risultati di rilievo già nel breve termine». Sul campo sedicense si allenano mediamente un centinaio di piccoli atleti: «E sono in continuo aumento. È evidente che i numeri sono clamorosamente dalla nostra parte. In questo modo lievita pure la qualità. Nessun tentennamento, quindi: andiamo avanti con un pensiero comune, il desiderio di aprirci agli altri, uno spirito orientato al confronto e la consapevolezza che potremmo pure sbagliare. Ma l’errore fa parte del processo di sviluppo».