Due numeri uno. Dentro e fuori dal campo. Soprattutto in rapporto alla loro età: entrambi sono diventati maggiorenni da poco. Ma sembrano dei veterani per come interpretano il ruolo e, soprattutto, la quotidianità sul rettangolo verde. E a difesa dei pali: Leonardo Saccon e Julius Virvilas, i “guardiani” della SSD Dolomiti Bellunesi. Diversi, eppure simili. Anzi, sotto certi punti di vista, perfino uguali.
PUNTI DI CONTATTO – E allora, per conoscerli a fondo, vale la pena rivolgersi a chi sta seguendo passo dopo passo la loro crescita: il preparatore dei portieri, Gabriele Benetti. «Leonardo e Julius sono due ragazzi con alcuni aspetti in comune. A cominciare dall’età: rappresentano le quote più giovani all’interno della squadra e in un ruolo abbastanza delicato. Sono in gamba, dediti al lavoro, professionali. Saccon è molto sensibile, educato, disponibile, attento. E Julius ha una grande determinazione: pur essendo lontano dalla sua Lituania, quindi in un Paese straniero e alle prese con una lingua difficile da imparare, sta mettendo tutto se stesso in questa esperienza. Anche per essere il più possibile proficuo nella comunicazione».
SANA COMPETIZIONE – C’è un’ulteriore caratteristica ad accomunarli: «La curiosità. Sono entrambi aperti alle proposte che arrivano dal sottoscritto – prosegue Benetti -, da mister Zanin e dal gruppo. Mi fa piacere toccare con mano una tale curiosità. E anche la sana competizione che si è creata può aiutarli a crescere ulteriormente. Sia chiaro, lavorare con questi portieri è un’opportunità importante pure per me». Del gruppo, inoltre, fanno parte Simone Di Tommaso e Marco Segato, secondo un progetto di condivisione con gli Juniores: «Si allenano al meglio e preparano la partita della prima squadra insieme al resto dei compagni. Anche da parte loro c’è la massima disponibilità. La stessa garantita dai tecnici del settore giovanile».
CHIAVI – A detta del preparatore dei portieri, non esiste un solo metodo per entrare in sintonia con dei giovani di 18 anni: «Premesso che l’assoluta apertura degli atleti rende tutto più facile, non c’è una chiave, ma più d’una. E la si sceglie a seconda del momento, dell’umore, della personalità del singolo». Per Gabriele Benetti, la soddisfazione più vera si sviluppa su un doppio binario: «Far sì che la porta resti inviolata. E ricevere ogni giorno questo tipo di risposte da parte di ragazzi con cui è un piacere confrontarsi».
Foto di Giuseppe De Zanet