«Non eravamo dei fenomeni dopo il 3-0 di Coppa Italia, non siamo scarsi adesso». Simone Corbanese ha camminato per una vita calcistica lungo il filo dell’equilibrio. E continua a farlo. Mai una parola fuori posto, un’iperbole, un pensiero sopra le righe. Tanto “spietato” in campo, nel momento in cui si tratta di andare a caccia di un pallone, e del gol, quanto pacato e padrone della situazione fuori.
PROCESSO DI CRESCITA – Per questo, ora che è alle spalle il passivo di misura maturato col Villafranca Veronese, viene il desiderio, quasi l’esigenza di rivolgersi al saggio “Cobra”: «Avremmo dovuto fare meglio – commenta il centravanti della SSD Dolomiti Bellunesi – ne siamo consapevoli. Come siamo consapevoli che la prima di campionato, in casa, non dovevamo sbagliarla. Ma tutto rientra in un processo di crescita. Sono tappe e, come tali, vanno affrontare con responsabilità. L’importante è continuare a lavorare uniti. E ad avere fiducia».
PORTA STREGATA – Domenica scorsa, la porta difesa dall’ottimo Ballato sembrava stregata: «Partite di questo tipo, in serie D, capitano spesso. Da attaccante sarei molto più preoccupato se non avessimo creato così tanto. Invece le occasioni sono lì, sotto gli occhi di chiunque: solo che non siamo riusciti a concretizzarle. Tranquilli, però, il gol arriverà. E anche tutto il resto». Corbanese sta vivendo una dimensione diversa rispetto al solito, visto che in due gare ufficiali ha messo insieme 46 minuti: «Un professionista deve continuare sempre ad allenarsi e a rimanere sul pezzo. Ciò che conta è farsi trovare pronti quando si è chiamati in causa. Le scelte del mister vanno accettate: vero, un giocatore, se rimane fuori, un po’ “rosica”. È inevitabile, ma solo perché vuole dare una mano. Sarebbe preoccupante il contrario».
DA VECCHIATO – La squadra ha le carte in regola per regalare soddisfazioni alla piazza: «Siamo un gruppo giovane, che ha bisogno di maturare le proprie esperienze, di raccogliere domeniche di gioia ad altre invece in cui bisognerà soffrire. Ma qui ci sono ragazzi responsabili, lo posso garantire». E domenica si va ad Adria, a “casa” di un vecchio amico del Cobra come Roberto Vecchiato, tecnico dell’Adriese: «Conosco Vecchiato da più di dieci anni. Abbiamo giocato assieme alla Sacilese e mi ha allenato: so che le sue squadre sono toste e organizzate, ma non dobbiamo avere paura di nessuno. Andiamo ad Adria a giocare la nostra partita».
Foto di Giuseppe De Zanet