Archiviato l’esordio di Coppa Italia, per le ragazze della SSD Dolomiti Bellunesi è tempo di pensare a un altro debutto: quello nel campionato di Eccellenza. Domenica 25 (ore 15.30), infatti, la compagine di mister Pellicanò sarà impegnata a Spinea, dove proverà a conquistare i primi punti della stagione. Anche grazie all’apporto di Roberta Cappellano.
VISIONE DI GIOCO – Classe 1998, centrocampista, Roberta ha iniziato con il calcio all’età di 6 anni, insieme ai maschietti. Poi, l’approdo nella prima squadra femminile del Domegge, quando era quattordicenne, e l’esperienza al Keralpen: «Le mie caratteristiche? Magari non sono velocissima, ma per quanto riguarda la tecnica, la visione di gioco, i contrasti, i colpi di testa, direi che posso giocarmela tranquillamente».
SFOGO E DIVERTIMENTO – Cappellano è un’autentica innamorata del pallone: «È qualcosa che non si può spiegare. Questo sport, per me, è avere una seconda famiglia: è sfogo e divertimento. È passione e io ne ho davvero tanta. Molti non capiscono e mi invitano a saltare gli allenamenti o le partite per uscire la sera. Ma io desidero sempre esserci e lottare insieme alle compagne su ogni pallone. A maggior ragione quando lo spogliatoio è unito e solido come il nostro, la voglia di fare bene cresce ulteriormente».
DOPPIETTA – La centrocampista riavvolge il filo dei ricordi: «È ancora impressa nella mia mente la partita di recupero contro il Condor Treviso, in casa. In quell’occasione, ho realizzato la prima doppietta della mia carriera: una partita nella quale tutti i sacrifici compiuti sono stati ripagati alla grande». Ora si apre una nuova fase sotto il segno della SSD Dolomiti Bellunesi: «Questo passaggio rappresenta una grande opportunità. Sia per noi ragazze, sia per il movimento calcistico femminile. Vogliamo sfruttare al meglio una simile occasione e non deludere la società. E soprattutto vogliamo far capire a chi non crede nel movimento femminile che in questo sport c’è posto pure per noi».
ANIME – Cappellano è una delle anime della squadra: tanto sul rettangolo verde, quanto in spogliatoio. «Mi trovo a meraviglia con il gruppo in generale – conclude – ma, se proprio devo fare un nome, direi Chiara De Valerio. La conosco da parecchio tempo: entrambe lavoriamo a turni e, nella settimana in cui non riusciamo a trovarci al campo con la squadra, ci alleniamo da sole in qualche campo della zona. Quando c’è lei, il divertimento è assicurato: le voglio davvero un gran bene».