DOLOMITI BELLUNESI-MORI SANTO STEFANO 1-1
GOL: st 17’ Toniolo, 49’ Candio.
DOLOMITI BELLUNESI: Virvilas; Capacchione, Perez (st 35’ Alcides), Tiozzo, Toniolo; Tardivo (st 26’ De Carli), Mazza, Baldassar; Caprioni; Nunic (st 40’ Biancheri), Marangon (st 40’ De Paoli) (in panchina: Bresolin, Masut, Bandaogo, T. Cossalter, Bevilacqua). Allenatore: N. Zanini.
MORI SANTO STEFANO: Zanon, Candio, Cescatti, Libera, Badan, Bortolotti (st 26’ Rossi), Pedrotti (st 26’ Gozzo), Buccella, Mendes, En Naimi (st 42’ Comper), Benedetti (in panchina: Bonomi, Carotta, Perazzolo, Zandonatti, Rech). Allenatore: M. Colpo.
ARBITRO: Cosimo Papi di Prato (assistenti: Alessandro Fragiacomo di Gradisca d’Isonzo e Carmine Rufrano di Maniago).
NOTE. Ammoniti: Perez, Rossi, Virvilas. Espulsi: st 14’ Caprioni per proteste, 32’ Bonomi dalla panchina. Angoli: 9-4 per il Mori. Recupero: pt 3’; st 8’.
La SSD Dolomiti Bellunesi deve rimandare l’appuntamento con la prima vittoria casalinga del 2024. Una vittoria che sfuma in pieno recupero, dopo una partita elettrica, con qualche tensione e orientata da una serie di episodi rilevanti: a cominciare dal rosso diretto sventolato a Caprioni per proteste. Il provvedimento ha obbligato i dolomitici a giocare gran parte del secondo tempo in dieci contro undici, al cospetto di un avversario ostico e fisico come il Mori Santo Stefano. Eppure, nonostante l’inferiorità numerica, la squadra di Zanini era riuscita a trovare il vantaggio, grazie a Toniolo. Vantaggio però sfumato nel cuore di un recupero monstre: al quarto di otto minuti extra, in seguito alla deviazione vincente, di testa, di Candio, contestata da Virvilas. I dolomitici mantengono comunque la terza posizione, ma vedono allontanarsi di 5 lunghezze la vice capolista Treviso.
CORNER – Per le emozioni c’è da aspettare un abbondante quarto d’ora, quando Marangon guadagna il fondo e scodella in mezzo per Nunic, che taglia sul primo palo e manda di poco alto sopra la traversa. Al 28’, invece, Caprioni è protagonista di un buono spunto personale, ma sulla sua strada trova Zanon, attento e pronto alla ribattuta, mentre Nunic, ben lanciato Marangon, prova a superare il portiere in uscita con un pallonetto: la retroguardia trentina, però, rinviene per tempo e sventa la minaccia. E a ridosso dell’intervallo ci prova pure Tardivo con una sassata, sulla quale Zanon interviene a pugni chiusi. In ogni caso, non è semplice trovare spazi nella metà campo di un Mori collezionista di corner.
ROSSO – Nella ripresa, il fattaccio: al 14’, Caprioni va giù in area e reclama un penalty. Invano. Ma, quel che è peggio, è che il direttore di gara “capta” una parola di troppo e spedisce il numero 14 sotto la doccia. La reazione dolomitica? È lucida, razionale. E chirurgica, al pari del sinistro al volo di Toniolo, in seguito a un corner: sfera sotto la traversa e l’equilibrio è rotto. Sulle ali dell’entusiasmo, sfiora il bersaglio pure Perez, di tacco e da consumato centravanti. Pericolosissimo lo è anche Marangon, che in contropiede sfiora il raddoppio, mentre nell’altra area una deviazione del neo entrato Gozzo mette i brividi ai dolomitici. I quali capitolano quando ormai la sabbia stava finendo di scorrere nella clessidra.
L’ANALISI – «Forse potevamo gestire in modo diverso alcune situazioni, ma affrontavamo una squadra in salute, che ha disputato la sua gara. L’espulsione ha cambiato tutto, però siamo rimasti uniti: abbiamo provato a tenere il vantaggio e anche a raddoppiare. Ora ripartiamo al massimo, desiderosi di fare bene. Il possibile rigore su Caprioni? Era netto».
Foto di Giuseppe De Zanet