Terzo anno consecutivo alla guida dell’attività di base: la Dolomiti Bellunesi punta sulla continuità per il suo vivaio e conferma Mauro Fin nel ruolo di responsabile del settore dedicato ai più piccoli. Una scelta che guarda al futuro e, allo stesso tempo, ha radici solide: «Ricopro con grande piacere un ruolo bellissimo e stimolante – afferma il diretto interessato –. Anche perché mi permette di toccare con mano la crescita dei bambini».
APPRENDIMENTO – L’evoluzione tecnica passa in secondo piano rispetto a quella umana: «Il divertimento deve essere l’aspetto predominante. In questo senso, la sfera ludica aumenta la capacità di apprendimento del piccolo: non solo sotto il profilo calcistico, ma relazionale. Giocando, i bambini crescono più facilmente: imparano a stare insieme, a condividere emozioni, a tutelare gli altri». È qui che il calcio, in particolare nelle fasce dei più giovani, si intreccia con l’ambito formativo: «I tecnici dell’attività di base sono in primis degli educatori. Devono trasmettere ai bambini le regole del campo, ma anche dello spogliatoio e del rispetto reciproco».
FAMIGLIE – Un’alleanza fondamentale, lungo il percorso, è quella con le famiglie: «Il compito dei genitori è decisivo. Non solo perché le mamme e i papà accompagnano i figli agli allenamenti e alle varie iniziative, ma in termini di gestione delle emozioni: a cominciare dalle prime vittorie. E, soprattutto, dalle prime sconfitte».
GIOCO – In un territorio vasto come quello bellunese, lo sport di base rappresenta un punto di riferimento per tantissimi calciatori in erba. E il messaggio che Mauro Fin vuole loro rivolgere è semplice e potente: «Avvicinatevi al rettangolo verde con passione, determinazione e serenità. Senza dimenticare mai che il calcio è prima di tutto un gioco». In un momento storico in cui spesso si bruciano le tappe, la Dolomiti Bellunesi punta a seminare pazienza ed educazione, oltre al valore della condivisione. A partire dalla base. O meglio, dalla priorità: i bambini.