«Qualche rete la segno, non tante. E quando capita, me le gusto». Daniel Onescu allarga la cooperativa del gol. Una cooperativa che, in casa SSD Dolomiti Bellunesi, vanta già otto elementi: a conferma che è solo con la forza del collettivo che i “blancos” potranno recitare da protagonisti in questa annata. La loro prima, dopo la storica fusione tra Belluno, San Giorgio Sedico e Union Feltre.
E, a proposito di fusione, uno dei giocatori chiave del nuovo e ambizioso progetto è proprio Daniel: uno e trino. Perché al gol, timbrato domenica scorsa nel 2-1 con l’Ambrosiana, aggiunge una leadership guadagnata in un decennio trascorso sui rettangoli verdi di serie C (tra Rimini, Grosseto, Andria, Catanzaro, Bisceglie, Virtus Verona e Paganese). E quel sacro fuoco agonistico, garantito da tackle, contrasti e una capacità d’interdizione – ma anche di inserimento – che il mediano nato 28 anni fa in Romania ha affinato col tempo.
«Ci voleva una vittoria – riprende l’autore dell’1-0 nel match contro l’undici della Valpolicella – soprattutto alla luce dell’ultima prestazione, a Chioggia, dove non meritavamo assolutamente la sconfitta. Ci tenevamo al successo, a maggior ragione in casa».
Di rilievo, in particolare, la prima metà di partita: «Abbiamo trovato un gol, una traversa e ci sono state annullate due reti a mio giudizio regolari. In più, siamo riusciti a non concedere nulla ai nostri avversari. Nel secondo tempo, invece, ci aspettavamo una loro reazione, ma abbiamo tenuto “botta”: l’Ambrosiana ha pareggiato il conto delle traverse, su azione da calcio d’angolo, e poco altro. Noi, invece, potevamo sfruttare meglio qualche ripartenza. In ogni caso, va bene così». Benone, anche perché la SSD Dolomiti Bellunesi ha ripreso a correre. E non vuole fermarsi più. Come uno dei suoi giocatori chiave: Onescu. Il globe-trotter tornato a casa.