Susanna De Zolt, di ripartenze, se ne intende eccome. Perché, a causa di un’operazione, è rimasta ai margini del rettangolo verde per quattro stagioni. Ma, con la forza di volontà e una smisurata passione, ha saputo tornare in pista. E ritagliarsi nuove soddisfazioni. Proprio come la SSD Dolomiti Bellunesi, che dopo il primo stop nel campionato femminile di Eccellenza (0-1 contro il Saronecaneva) è pronta a rimettersi in moto. E per farlo si ispira anche all’esempio della ventiduenne che agisce sulla corsia di destra: «Mi avvicino al calcio già a 5, 6 anni, grazie al mio vicino di casa: Gianni. Inizio però a giocare in una squadra solo dagli Esordienti, con i maschi, poi nasce la formazione femminile del Dolomiti, quindi ancora con i maschi, fino al mio arrivo a Belluno, nel Keralpen. Infine, archiviato un lungo stop, eccomi qui».
SALVEZZA – De Zolt non ha dubbi: «Il calcio per me è salvezza. Mi ha sempre aiutato a uscire da diverse situazioni. Ed è impegno, sacrificio, divertimento, condivisione. Tutto ciò che mi accompagna nella vita di ogni giorno. È la valvola di sfogo più efficace». L’umiltà la contraddistingue da sempre: «Devo ancora imparare tanto, ma tra i miei punti di forza si può racchiudere la velocità. In più, riesco a cavarmela con entrambi i piedi. Penso di avere inoltre una buona visione di gioco, nonostante le mie diverse lacune». La partita da ricordare risale all’annata 2017-2018: «Contro il Montecchio, gol realizzato del 3-2, di testa. Un gol che è valso la vetta della classifica. E ad andare a segno erano state tutte le ragazze della Primavera, dai 15 ai 17 anni».
VETRINA –La vetrina dolomitica è rilevante: «È una buona opportunità per far capire che esistiamo pure noi e dimostrare che anche le ragazze possono giocare a pallone. L’obiettivo principale? Creare una squadra unita e competitiva, cercando di dare sempre il meglio. Poi, inutile prendersi in giro, sono nata con l’idea che si compete per vincere. Perciò, speriamo di portare a casa il campionato e magari la coppa».
AMICHE – Più che compagne, le dolomitiche sono amiche: «Mi trovo bene con tutte – precisa Susanna – ma con Roberta Cappellano c’è un rapporto speciale. La conosco da almeno sette anni: siamo “complici” e abbiamo la capacità di essere serissime dentro il campo e decisamente meno fuori. So che posso contare su di lei, in caso di bisogno. Però devo dire che, in generale, ho ritrovato un bel collettivo». Lo stesso collettivo chiamato ad affrontare, domenica 23 (ore 15.30), una trasferta impegnativa sul campo della Bassanese, quarta della classe e a -2 dalle atlete di mister Pellicanò: attualmente seconde.