È il suo momento, non c’è alcun dubbio. Il momento di Alberto Tibolla. Dentro e fuori dal campo. Dentro, perché l’ex San Giorgio Sedico Sedico è già un perno della SSD Dolomiti Bellunesi, essendo partito titolare in tutte e sei le sfide ufficiali disputate dai “blancos” (cinque di campionato, oltre al turno preliminare di Coppa Italia). Fuori, perché Alberto e mamma Romina regaleranno presto alla loro primogenita una sorellina.
LA CONCORRENZA STIMOLA – «Ebbene sì – sorride Alberto – la famiglia allarga. Ed è una gioia immensa». Come è una gioia, anche se ben diversa, essere considerato una pedina fondamentale dello scacchiere dolomitico: «Ma in questa squadra non esistono titolari, né riserve. Siamo tutti importanti e, in questo senso, la concorrenza stimola: abbiamo una rosa ampia e ognuno può dare il proprio contributo. L’importante è farsi trovare pronti quando si viene chiamati in causa dal mister».
IN PORTA – Parola d’ordine, “duttilità”. Dal centrale di difesa al regista, passando per l’interno di centrocampo, Tibolla ha pestato varie zolle del rettangolo verde: «Ho interpretato parecchi ruoli, è vero. E non ce n’è uno che preferisco: fosse per me giocherei perfino in porta. Quindi cambiare spesso posizione è l’ultimo dei problemi: anzi, va benissimo».
PROGETTO FANTASTICO – Archiviato il pareggio in rimonta con l’Este, la SSD Dolomiti Bellunesi si ritrova in settima posizione, a -3 dalla zona podio: «Ci stanno penalizzando i troppi gol presi – riprende il centrocampista passato per i settori giovanili di Roma e ChievoVerona -. Per trovare continuità di rendimento, è necessario limare certe disattenzioni. In ogni caso, a livello di gioco siamo sulla buona strada. E l’attacco ha già segnato un buon numero di reti». Tibolla è entusiasta del progetto legato alla fusione: «È un fantastico. La nuova società non ci fa mancare niente. E far parte di questa realtà, per me che sono bellunese, è motivo di profondo orgoglio».
ATTUALITÀ – Ma l’attualità incombe. E porta dritti alla sfida in trasferta col San Martino Speme: «Domenica affronteremo una neopromossa e, come tale, giocherà alla morte. Tuttavia, non dobbiamo guardare in faccia nessuno. Vogliamo vincere a ogni costo».
Foto di Giuseppe De Zanet