Un girone d’andata ai limiti della perfezione: lo hanno confezionato i Giovanissimi Sperimentali della SSD Dolomiti Bellunesi, capaci di conquistare il titolo d’inverno dopo una cavalcata esaltante. Come testimoniano i numeri: 13 vittorie su 13, quasi 100 gol segnati, nessun pareggio e tantomeno sconfitte. Il segreto? Lo abbiamo chiesto a mister Andrea Minella: «Il lavoro. Semplicemente il lavoro. Ma il primato al termine della prima metà di stagione è solo una tappa. Arrotoliamoci le maniche: ci sono molti aspetti da migliorare, anche se siamo sulla strada giusta».
REGOLE E FATICA – Fondamentale è l’aspetto educativo: «Il rispetto delle regole ha la priorità. Solo così il calcio può diventare una palestra di vita che stimola la cooperazione tra ragazzi e la crescita in un ambiente sano e propositivo». La vetta della graduatoria passa attraverso la fatica: «E il sacrifico. Se un ragazzino ha qualità tecniche importanti, ma durante la settimana si dimostra pigro e svogliato, partirà sempre uno scalino indietro rispetto a chi dà l’anima e, pur di raggiungere il campo, prende decine mezzi di trasporto. Anche se è meno dotato, sarà proprio questo secondo profilo ad avere maggiori possibilità di realizzare un percorso rilevante».
IDEA – Quella dell’allenatore è una figura con sempre maggiori sfaccettature: «La sfera legata al campo non è sufficiente – prosegue mister Minella -. Bisogna essere preparati anche alle dinamiche al di fuori del rettangolo verde. Perché alleno? Mi piace trasmettere un’idea in relazione al calcio: come vivo questo sport, come lo vedo e cosa rappresenta per me. È solo così che si crea un rapporto diretto con i giovani, che si riesce a entrare in empatia con loro, a convincerli di ciò che stiamo portando avanti. Ed è così che un’idea diventa condivisa».
MAGIA – Studio, preparazione, programmazione: nulla nasce per caso. Tuttavia, lo sport porta sempre con sé un risvolto di magia: «Ricordo che un paio di stagioni fa guidavo gli Sperimentali 2006 a Belluno. Il gruppo era sano, lavorava bene, ma i risultati non arrivavano. E la fiducia stava evaporando. Poi un giorno, all’improvviso, è scattata la scintilla. E nessuno ci ha più fermato: solo il virus. Ecco, uno dei compiti dell’allenatore è di farla scattare, quella scintilla».
TALENTO – Minella ha visto nascere e crescere diversi calciatori in erba. Compreso Christian Pierobon, due panchine consecutive in A con l’Hellas Verona: «Il talento lo si riconosce, ma a quel punto è importante non fare danni. Perché se è vero che la qualità del singolo alza il livello del gruppo, è altrettanto vero che è il collettivo a far emergere la classe del singolo. È un continuo “dare” e “avere”». Il mister dei Giovanissimi Sperimentali non ha dubbi: «In provincia di Belluno è possibile promuovere calcio ad alti livelli, ne sono convinto. Soprattutto con questo entusiasmo e questi dirigenti, che non hanno paura di investire nelle strutture, nei trasporti e nelle persone».