La SSD Dolomiti Bellunesi si prepara alla decima. A Treviso, infatti, la squadra nata dalla fusione tra Belluno, Union Feltre e Union San Giorgio Sedico giocherà la sfida numero 10 della sua storia, in Coppa Italia.
Il cammino è iniziato con un passo falso: il 12 settembre 2021, allo stadio Zugni di Feltre, il Levico Terme era riuscito a spuntarla col punteggio di 2-1. E a rendere vano il momentaneo pareggio firmato da Georges Petdji. Altra musica nella stagione 2022-2023.
A cominciare da un debutto scoppiettante nel primo turno, andato in scena il 28 agosto di due anni fa: lo stadio? Sempre lo stesso. L’avversario? Idem. Ben diverso il punteggio: 3-0 dolomitico in virtù delle reti di Svidercoschi, Pasqualino e Alex Cossalter. E un’altra soddisfazione ha preso forma nei trentaduesimi di finale: a Carlino, Cjarlins Muzane battuto 2-1, grazie alla doppietta del solito Svidercoschi (ora in serie C, al Legnago). La corsa si era poi fermata ai sedicesimi di fronte all’Union Clodiense Chioggia: 0-0 nei tempi regolamentari e rigori fatali.
A proposito di rigori, i tiri dal dischetto hanno dato ragione alla SSD Dolomiti Bellunesi il 27 agosto di un anno fa, proprio contro il Treviso: dopo l’1-1 con la firma di Tardivo, la precisione dagli undici metri (cinque su cinque) ha fatto la differenza. Proprio come il 2 settembre 2023, in occasione del confronto col Monte Prodeco: pareggio dell’ex De Paoli in avvio di ripresa e dischetto ancora immacolato per il 6-5 da consegnare agli archivi. Quindi, il 2-0 sulla Virtus Bolzano, valevole per i trentaduesimi di finale e certificato dai sigilli di Toniolo e Nunic. E, a ruota, il successo di misura sulla Luparense: 1-0 con stoccata di Biancheri. A stoppare il gruppo di Zanini, agli ottavi, è stata ancora una volta la Clodiense: a Chioggia, il 29 novembre, 2-0 sancito da una rete per tempo.
Nel complesso, quindi, nove gare e un bilancio di quattro vittorie, tre pareggi nei 90 minuti e due passivi, due successi e una sconfitta ai rigori, oltre a undici gol realizzati e sette subiti.
Foto di Giuseppe De Zanet