Il custode dei custodi. Dietro a ogni intervento, a ogni parata, a ogni uscita di Lombardi e di Masut c’è lui: Lorenzo Cima. Una carriera da numero uno e un presente a insegnare quanto appreso lungo un percorso che ha abbracciato pure il professionismo: perché l’orgoglioso papà di Greta ed Elisabetta, un tempo, era un estremo difensore con qualità indiscutibili. Tanto da riuscire a spiccare il volo verso Bergamo, sponda Atalanta (uno dei suoi compagni era Domenico Morfeo), quindi Caerano, Mestre e Vercelli, solo per citare i club di C. Quella stessa C che un domani – non subito – sogna di conquistare con la SSD Dolomiti Bellunesi. In un’altra veste. E al fianco dei “suoi” ragazzi.
Cima, quali peculiarità deve avere un preparatore dei portieri?
«Deve innanzitutto aver giocato e fatto il portiere a buoni livelli. Solo così è possibile conoscere ogni sfaccettatura che caratterizza questo meraviglioso ruolo: se non lo hai vissuto in prima persona, è impossibile correggere, consigliare, migliorare. Il secondo aspetto è legato al continuo aggiornamento. Perché non c’è cosa peggiore della monotonia degli allenamenti per far perdere gli stimoli».
C’è anche una terza caratteristica?
«Sì, la credibilità. E la si ottiene solo con un valido bagaglio tecnico, arricchito giocando».
Quanto è importante instaurare un buon rapporto con i giovani che allena?
«È fondamentale. Devi essere un esempio per loro, un amico con cui è possibile confidarsi e a volte sfogarsi. Poi è normale che chi gioca maggiormente sia più tranquillo, rispetto a quello che ha meno spazio in partita. E qui il preparatore è chiamato a motivare il ragazzo».
Chi è un buon estremo difensore?
«È colui che gestisce bene le situazioni nei 90 minuti, che non si abbatte al primo errore (succede a tutti). Poi non può non avere una certa personalità e, cosa non secondaria, deve parare».
Come descriverebbe Lorenzo Lombardi e Marco Masut?
«Si tratta di due validi portieri, dotati sia a livello fisico, sia in termini caratteriali. Ma sono soprattutto ragazzi che hanno voglia di lavorare e migliorare. E questo agevola non poco il mio compito».
Nel complesso, è soddisfatto del rendimento dei due numeri uno?
«Molto: a soddisfarmi sono le loro prestazioni, ma anche la loro disponibilità. Non dimentico, inoltre, Marco Canova e Alessandro Dal Canton: entrambi fanno parte del mio gruppo di lavoro e stanno ben figurando, alternandosi tra prima squadra e Juniores».
Foto di Giuseppe De Zanet