Un vice allenatore solitamente compare poco. Lascia ad altri i titoli dei giornali, le interviste, le luci dei riflettori.
Eppure è fondamentale. Perché svolge un lavoro “dietro le quinte” che magari non si vede, ma che in realtà è concreto, tangibile. E di inestimabile valore.
Soprattutto se il vice in questione è uno che il calcio lo mastica da quando aveva i denti da latte, lo ha giocato a buonissimi livelli, lo capisce, lo conosce e ne è tuttora innamorato. Come Andrea Fregona: «Interpreto il mio ruolo – spiega il braccio destro di Renato Lauria – cercando di dare equilibrio a tutte le situazioni. E di aiutare il mister a trasformare un gruppo in una squadra. In questo senso, curare l’aspetto umano è fondamentale».
La SSD Dolomiti Bellunesi è partita un po’ in sordina, ma Fregona non si scompone: «Questo collettivo lavora insieme da poco. Tuttavia, ha sempre avuto un atteggiamento corretto: negli allenamenti infrasettimanali e la domenica in gara. Ecco perché sono convinto che i risultati prima o poi arriveranno».
Magari già nel prossimo turno, fra tre giorni, quando i “blancos” riceveranno l’Ambrosiana al polisportivo: «Ogni partita conta. L’importante è affrontarla con lo stesso atteggiamento avuto a Chioggia: abbiamo giocato alla grande di fronte a un ottimo avversario. Siamo stati puniti solo da un episodio».
Fregona, a un atleta, chiede soprattutto due cose: «La massima disponibilità. E il cuore: quello non può mai mancare». Ex centrocampista di Sedico, Feltrese e Belluno, il vice tecnico rispecchia al meglio l’essenza della fusione da cui è nata la SSD Dolomiti Bellunesi: «Un progetto bellissimo. Ma, come per tutti i progetti, serve tempo, otre che equilibrio. Andiamo avanti seguendo le nostre idee».
Con Lauria, nemmeno a dirlo, il rapporto è speciale: «Renato è un allenatore e una persona che mi insegna tantissimo e da cui continuo a imparare. Ambizione di fare il primo, un domani? No, ho solo l’ambizione di trasmettere qualcosa di positivo ai ragazzi».
Foto di Giuseppe De Zanet